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Filippo Bentivegna/i luoghi
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SCIACCA

La più antica località termale della Sicilia, tra le foci dei fiumi Belice e Platani, aperta a terrazza sul mare del Canale di Sicilia e dominata a est dal Monte San Calogero, Sciacca è stata abitata sin dall'età del Bronzo, come dimostrano i resti di un insediamento sicano, detto dei Fìguli alla periferia orientale della città.
Fin dall'antichità il territorio infatti fu assai apprezzato proprio per l'abbondanza di acque termali curative, che sgorgano alle falde del monte Cronio, oggi monte S. Calogero. Quando infatti i Selinuntini, nel secolo VII a.C., si espansero sul territorio denominarono il primo nucleo della città Thermae Selinuntinae, proprio in virtù delle acque terapeutiche. I Romani, l'appellarono Aquae Labodes. Dopo la distruzione di Selinunte da parte dei Cartaginesi, divenne stazione postale per le comunicazioni con l'impero e un importante nodo di traffico portuale e fornitore di prodotti agricoli, coltivati nell'entroterra ed esportati per mare. Nel corso del secolo VI d.C. si diffuse il Cristianesimo, grazie alla predicazione di S. Calogero, il Santo nero, il cui eremo era costituito da una grotta sul monte Cronio.
Nell'840 Il Centro fu conquistato dagli Arabi, che gli attribuirono il nome di As-Saqqah, dal quale deriva la denominazione Sciacca. Gli Arabi influenzarono lo sviluppo dell'abitato, conformatosi in vicoli stretti e corti interne. Edificarono una prima cinta di mura, lasciando extra moenia l'insieme delle case di Fìguli; verso il mare elevarono una fortificazione.
In periodo normanno, fu Città demaniale. Ruggero ampliò le mura, fino a raddoppiarne lo spazio e lo munì del cosiddetto Castello Vecchio o dei Perollo. Il Castello Nuovo o dei Luna fu invece edificato, nel secolo XIV nella parte alta della città. Lo si deve al volere di Guglielmo Peralta, signore di Sciocca e vicario di Sicilia, dal 1355. Nel quattrocento, sotto re Martino, fu celebrato il matrimonio fra Margherita Peralta e Artale Luna. Si racconta che queste nozze furono causa di rivalità e di scontri sanguinosi. Il fatto è passato alla storia col nome di "caso di Sciacca": essendo infatti Margherita Peralta desiderata contemporaneamente da Giovanni Perollo.
L'impianto urbanistico è medievale: si presenta come città murata a grossi comparti, con più corti aperte verso la strada di accesso e di forma irregolare nella parte intermedia del centro storico. Diversi interventi sono stati effettuati nel centro a partire dal secolo XV al XVIII, alcuni dei quali hanno dato vita anche al caratteristico borgo marinaro tra le mura e il mare.
La cittadina è ricca di monumenti religiosi di interesse artistico come la Chiesa di Santa Margherita con il magnifico portale gotico-rinascimentale, la Chiesa di S. Maria del Giglio rinascimentale, preceduta da un portico a tre navate, la Chiesa di S. Nicolò fondata tra il 1100 ed il 1136 dalla contessa Giulietta, figlia di Ruggero I, la più antica di Sciacca è sicuramente una grande testimonianza dell'arte siculo-bizantina, piena di decori ed elementi architettonici che si rifanno all'arte islamica; la Chiesa del Carmine con il rosone trecentesco, al cui interno si possono ammirare numerose opere pittoriche e scultoree, che spaziano dal quattrocento all'ottocento, disposte sui numerosi altari di cui dispone la chiesa. Il Duomo, Santa Maria Maddalena, che conserva l’originario impianto normanno dietro la facciata barocca ornata di statue del Gagini. La chiesa di S. Maria dell'Itria (da Odegitria colei che indica la via) con all'annesso monastero, detto comunemente Badia Grande formano il più importante complesso monumentale della città. Fondata nel 1380 dal conte Guglielmo Peralta, fu ricostruita nel settecento: la facciata della chiesa ha uno schema estremamente semplice, ma la rende importante il suo imponente attico impreziosito dallo stile barocco, gli altari e il pavimento sono realizzati con tipico marmo rosso di Sciacca.
Caratteristica la Torre Campanaria della Chiesa di S. Michele. La poderosa costruzione si presenta con la forma di un parallelepipedo, con base quadrata, e dalla superficie rifinita da cocci a vista, priva di finestre, tranne una sul lato meridionale. Le sue caratteristiche fanno pensare ad un'opera di difesa, con i suoi muri spessi più di due metri, simili a quelle delle coeve opere di fortificazioni (Porta S. Salvatore, Porta S. Calogero, bastioni di S. Margherita e di S. Agata, e le mura di Vega) costruite a Sciacca al tempo di Carlo V quando la città era minacciata dal pericolo di sbarchi dei Turchi, e da incursioni di pirati barbareschi.
Pregevoli sono anche i monumenti laici della città come il Il Castello dei Luna costruito sul finire del XIV secolo da Guglielmo Peralta o il palazzo detto lo “Steripinto” singolare costruzione di stile siculo-catalano eretta nel 1501, il Palazzo Ventimiglia con una bella trifora sul portale d’ingresso e numerosi altri palazzi nobiliari (Perollo-Arone, Bertolino, S. Giacomo).
Appena fuori la città è il Monte San Calogero, ai piedi del quale si espande il Giardino incantato di Bentivegna. Il Kronion degli antichi è importante sia come zona archeologica, per la scoperta recente e lo scavo di un ricco deposito preistorico, sia come risorsa naturale per le emissioni di vapori e di acqua terapeutica della Stufa di S. Calogero, una galleria lunga 55 metri che si apre in quattro caverne.
Altra risorsa naturale rilevante, riconosciuta riserva naturale per la sua unicità geologica è la zona delle Maccalube si notano un'infinità di piccoli conetti di argilla, disseminati ovunque nel terreno, dai quali fuoriesce una miscela fangosa di gas metano ed acqua salmastra. Manifestazione esterna di alcune sorgenti idro argillose, questi vulcanelli, il cui nome deriva dall'arabo maqlùb, cioè sconvolgimento della terra, compaiono e scompaiono di continuo dal suolo variando in numero e dimensioni e attribuendo al paesaggio un aspetto lunare.
A conferma del valore paesaggistico della zona è stata istituita anche la riserva naturale alla foce del fiume Platani, alle porte della zona archeologica di Eraclea Minoa. La riserva è gestita dall'Azienda Foreste Demaniali attrezzato la zona ricca di pini, acacie ed eucalipti (il complesso di Borgo Bonsignore), attualmente in via di riconversione verso l'originaria macchia mediterranea.
Oltre che per le bellezze paesaggistiche, le spiagge, i monumenti Sciacca è conosciuta per il suo Carnevale che richiama ogni anno centinaia di persone in una grande festa che coinvolge tutta la città tra maschere e carri di cartapesta lavorati tradizionalmente da abili maestri locali.

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PRODOTTI TIPICI

Il Marsala e altri vini prodotti localmente, acciughe, sarde sotto sale e sott'olio, pesce, agrumi, fave e favette, olio, uve, minnuzze di venere (piccole cassate di ricotta).

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MANIFESTAZIONI

Il Carnevale di Sciacca ha origini molto antiche per questo motivo la partecipazione è sempre viva e forte. Oltre ai tipici carri allegorici di barocca memoria, per la loro fastosità, il carnevale, che dilaga ogni anno per le strade della città, è caratteristico per la sua letterarietà: le maschere su ogni carro recitano alla folla solforici copioni in versi di satira politica e di costume scritti da autori saccensi, finchè il martedì grasso Peppi Nappa, tipica maschera siciliana, non viene bruciato ad indicare la fine del carnevale.
Madonna del Soccorso, i festeggiamenti hanno luogo in due diversi periodi dell'anno, il 2 Febbraio ed il 15 Agosto, e nascono all'origine, per ringraziare la Madonna di aver liberato Sciacca da una pestilenza nel 1626. 
Durante la festa la statua della Madonna del Soccorso, viene portata in processione per le vie del centro. 
Un gruppo di pescatori che ha fatto voto, ha l'onore di portare sulle proprie spalle la pesante struttura che reca la statua della Madonnina, correndo a tratti per le strade e tra la folla, durante il percorso.

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COORDINATE

Sciacca è attraversata dalla strada statale 115 che collega Trapani con Siracusa e dalla strada statale 188b che unisce Sciacca con P.la Misilbesi (Ag). L’autostrada A29 che collega Palermo con Mazara del Vallo risulta essere la più vicina.

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IL GIARDINO INCANTATO DI FILIPPO BENTIVEGNA

Il Castello o il Giardino Incantato di Filippo Bentivegna ai piedi del mitico monte Cronio si trova poco fuori Sciacca, a circa 2 Km, uscendo dalla città per via Figuli, in direzione di Agrigento (statale 110 115). Si tratta di un piccolo podere il cui giardino è occupato da più di tremila teste di pietra, scolpite dal Bentivegna nel corso degli ultimi cinquant'anni della sua vita. Da una roccia in cima al giardino Bentivegna cavava le pietre che sbozzava in forma di visi, lasciandole poi sparse nella terra. In mezzo alle teste sistemate lungo i viottoli del Castello Incantato sorge la casa dove Bentivegna visse in compagnia dei suoi cani, delle sue fantasie e dei suoi fantasmi. Sulle pareti graffiti raccontano la sua vita, con le case del quartiere marinaro a lui tanto caro, i grattacieli di Boston ed un grande pesce che simboleggia il viaggio intrapreso. Oggi la casa è un piccolo museo e insieme al giardino incantato meta di numerosi turisti, le teste di Bentivegna sono fissate col cemento a formare gruppi, pinnacoli, sfilate in maniera forse meno caotica di quanto il loro autore avrebbe desiderato, ma non meno suggestiva. Il fondo fu acquistato nel 1974 dalla Regione Siciliana perché fosse salvaguardato ed aperto al pubblico.
Fondo Bentivegna - Via F. Bentivegna 16 92019 Sciacca - TEL. 0925/993044
visitabile tutti i giorni dalle 10: 30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00

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LINK

www.comune.sciacca.ag.it

www.sciacca.it

www.sciaccaonline.it

www.carnevaledisciacca.it


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il documentario
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la pubblicazione

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i luoghi

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