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Nino Martoglio
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Drammaturgo, regista, scrittore (Belpasso 1870 - Catania 1921)

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Figlio di un giornalista ex garibaldino, abbandona le sue ambizioni di diventare capitano di marina e fonda nel 1899 a soli 19 anni un settimanale umoristico e satirico scritto totalmente in dialetto siciliano, il D'Artagnan.

Molte delle poesie pubblicate sulla rivista furono raccolte in seguito in Centona e apprezzate da Giosuè Carducci soprattutto per il verismo descrittivo delle bellezze del caratteristico paesaggio dell'isola.

Nel 1901 creò la Compagnia Drammatica Siciliana, del quale fanno già parte attori come Giovanni Grasso, Virginia Balistrieri, Giacinta Pezzana e Totò Majorana, con l'intento di rendere famoso a livello nazionale il teatro dialettale siciliano.

Dalla stagione 1907-1908 diventa direttore della formazione capitanata da Angelo Musco, con il quale instaura una proficua collaborazione artistica, con molte commedie da lui scritte, tra le quali le più famose sono San Giovanni decollato (1908) e L'aria del continente (1910) e lanciando autori nuovi come il ventunenne Rosso di San Secondo, con la sua Madre del 1908.

Nel 1910 fonda a Roma la struttura stabile del primo "Teatro Minimo" presso il Teatro Metastasio, curando la regìa di numerosi atti unici del repertorio italiano e straniero, e soprattutto incoraggiando e portando sulla scena le prime opere teatrali di Luigi Pirandello già famoso come novelliere e scrittore (Lumie di Sicilia e La morsa, entrambe del 1913). Insieme a Luigi Pirandello scrisse A Vilanza (La bilancia) , e Cappidazzu paga tuttu. Diresse numerose messinscene teatrali; nel dicembre 1918 fonda l'ultima sua compagine teatrale, la Compagnia del Teatro Mediterraneo, attiva fino al 1920.

Dal 1913 e per due anni si dedica anche al cinema, producendo per la sua Morgana Films di Roma e dirigendo quattro pellicole, oggi purtroppo andate tutte perdute: Il Romanzo con Carmine Gallone e Soava Gallone, l'avventuroso Capitan Blanco tratto dal suo dramma Il Palio i cui esterni vennero girati in gran parte in Libia, quindi Teresa Raquin tratto dal dramma omonimo di Émile Zola, ma soprattutto quello al quale restò legata la sua notorietà, il celebre Sperduti nel buio, dal dramma di Roberto Bracco, la prima opera realista del cinema nostrano, considerata a posteriori da molta critica come antesignana del neorealismo.

Grazie alla vena schiettamente realistica, alle soluzioni linguistiche riproducenti il dialetto vivo e parlato e alle eccezionali capacità degli interpreti (Giovanni Grasso, Marinella Bragaglia, Angelo Musco), le opere di Martoglio raggiunsero ben presto una straordinaria notorietà.

Come autore, Martoglio pose in scena una Sicilia colorita e credibile, attraverso un gran numero di spropositi linguistici, di clamorose deformazioni lessicali, di gustosi qui pro quo, dibatte svariati argomenti, riferendo di avvenimenti di politica municipale, di mondanità contadina e folclorica, di istanze socialisteggianti, di iniziative sociali, di conflitti di classe.

Tutta la sua opera è caratterizzata, oltre che dal verismo e dalla bellezza dei paesaggi, anche da una forte contrapposizione tra ricchezza e povertà: fu il cantore dei lussuosi palazzi aristocratici e dei tuguri, dei caffè di lusso di fine Ottocento e dei vicoli affollati. Il suo linguaggio è semplice e scorrevole, e nonostante il bagno nei canti popolari, ha qualcosa di letterario, di fine, come il linguaggio digiacomiano che è il vero modello a cui si rifà.

Nel pieno sviluppo della sua arte lo colse incredibilmente la morte, avvenuta per uno sciagurato e misterioso incidente il 15 Settembre del 1921 a Catania, allorché precipitò nella tromba dell’ascensore nell'ospedale dove era ricoverato il figlio.

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il documentario
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la pubblicazione
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i luoghi
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