Clac

Giochi e gamification

Redazione

Le parole per dirlo nel racconto di una trasferta a Milano di Davide Leone.

Essere resilienti significa introdurre i cambiamenti senza modificare la sostanza di ciò che si è. Noi ci proviamo e siamo attenti a ciò che accade attorno a noi, ma siamo anche attenti a non smarrirci rincorrendo le novità. Con questo spirito abbiamo lanciato più di un anno fa un format di gioco urbano che si chiama U’GAME. Da allora ne sono stati realizzati tre: uno sugli artigiani, uno sullo street food e l’ultimo, recentissimo sulla scienza in occasione della Notte Europea dei Ricercatori.
CLAC ha deciso di partecipare con queste iniziative ai primi Italian Gamification Awards.

Il mondo, i principi ed i meccanisimi della gamifiation sono davvero affascinanti. Per dirla in soldoni la gamification raccoglie ed utilizza i processi tipici dei giochi in contesti e finalità diverse. In questo modo si incoraggiano le persone a tenere comportamenti che altrimenti non avrebbero. Siamo molto più immersi in queste meccaniche di quanto ce ne accorgiamo. Ogni volta che facciamo una raccolta punti o che ci viene regalato un gadget o che partecipiamo ad un concorso stiamo dentro un processo di gamification. Esistono anche processi di gamification all’interno delle aziende per incoraggiare la produttività dei lavoratori, avvicinando i loro comportamenti alle necessità dell’azienda.
A pensarci è una cosa piuttosto subdola questa gamification. Non c’è dubbio che sia un’arma del marketing, piuttosto lontana da ciò che fa in genere CLAC. Per questo è stata una bellissima notizia essere selezionati nella sezione educational del primo Gamification Award italiano. Il nostro gioco sullo street food aveva lo scopo di far divertire i partecipanti scoprendo le storie, i sapori e le consuetudini per narrare e far conoscere il cibo da strada di Palermo. Il nostro punto di vista, rispetto alla gamification, è che questi processi possano facilitare la promozione culturale e l’educazione al patrimonio. CLAC sta sviluppando U’GAME perché può avvicinare nuove persone ai musei, alle istituzioni e produzioni culturali oltre che ai beni culturali.
I giochi di U’GAME sono divertenti e questo è importante, ma hanno anche lo scopo di arricchire di esperienze i partecipanti, incoraggiandoli alla scoperta. La cosa più interessante è che il gioco é sempre più potente di ciò che si è pensato. Perché i partecipanti arricchiscono la nostra trama (le regole del gioco e le prove elaborate) con le loro esperienze. Il gioco è un pretesto per scambiare esperienze. In ogni viaggio il passo più importante è il primo, quando si abbandona la porta di casa. U’GAME usa il sistema del gioco per incoraggiare le persone a compiere tanti piccoli passi di conoscenza.
Queste cose le abbiamo portate agli Italian Gamification Award. Il 2 ottobre eravamo a Milano, in zona Brera per partecipare alla bella iniziativa promossa da Fabio Viola e dallo IED. Hanno partecipato più di 60 progetti. Le categorie del premio erano: Best Engagement, Best Enterprise, Best Educational, Best Health and Wellness, Best Loyalty, Best Gamification Project e Best Gamification Project.
Tra tutti i progetti vincitori il più divertente, secondo me, si chiama Best Potions e ha vinto la sezione Best Health and Wellness. Si tratta di una soluzione per dare coraggio ai bambini che vanno dal dentista. Una serie di giochi, che spiegano le attività del dentista, fanno compagnia ai bambini che aspettano il loro turno. Per la cronaca la nostra sezione è stata vinta da Arcadia Consulting con percorso sicurezza 2.0. Essere a Milano e confrontarsi con chi ha un’esperienza più solida nella gamification ci ha consentito di comprendere quali siano le nostre caratteristiche, i nostri punti di forza e quelli di debolezza in un territorio inesplorato ed alieno. Confidiamo di portare spunti di originalità e valori anche in questo campo nel quale ci affacciamo con entusiasmo e con la prudenza di chi sta iniziando solo ora a praticare.