Clac

Le Terre che Tremarono
Valle del Belice - Sicilia | 2008-2011

LE TERRE CHE TREMARONO - Cultura dell’Ospitalità e Sviluppo del Turismo Sostenibile nella Valle del Belice



Piccola parentesi storica 
In pochi sanno che la valle del Belìce, prima ancora del terremoto che la rese famosa nel 1968, fu un attivissimo laboratorio di pratiche di lotta civile e di partecipazione conosciuto negli anni 50 presso i movimenti sociali d'avanguardia di tutta Europa. Guidata da Lorenzo Barbera,allievo di Danilo Dolci, la gente del Belìce, seppe lottare contro mafia e latifondo chiedendo la costruzione della diga Garcia e delle infrastrutture minime per la sopravvivenza in un tempo in cui in Sicilia l'analfabetismo era la regola e la luce elettrica un privilegio. Le rivendicazioni e le lotte popolari si intrecciarono dopo il terremoto con le vicende della ricostruzione, con il malaffare e le sperimentazioni urbanistiche, le utopie artistiche e la corruzione politica. E' una storia intensa, affascinante, poco conosciuta dai siciliani stessi.

Il progetto – in breve 
Su questa storia intende poggiare le basi il progetto “Le Terre che Tremarono – Cultura dell’ospitalità e sviluppo del turismo sostenibile nella Valle del Belìce”; un progetto articolato che mira ad avviare lo sviluppo di un turismo sostenibile e comunitario che coinvolge la comunità nella progettazione e nell'accoglienza. Il progetto è finanziato dalla Fondazione per il Sud e dai quattro partner che lo hanno ideato: www.cresm.it; www.clac-lab.org; www.lemat.it; www.viaggisicilia.org. Lo sviluppo di questo tipo di turismo necessita la creazione di una comunità ospitale capace di accogliere e soddisfare le esigenze di quei viaggiatori che nell'esperienza del viaggio cercano conoscenza delle diversità, autenticità, confronto e scambio culturale, arricchimento. Una simile comunità non è concepibile senza una radicata consapevolezza della propria identità e della propria storia, senza storie da potere raccontare, senza coscienza storica e senza che tutto questo stimoli la capacità imprenditoriale nel presente della gente del Belìce e la voglia di diventare protagonisiti del cambiamento del proprio territorio.

AZIONI

1) La mappa di comunità della Valle del Belice
La mappa di comunità è uno strumento con cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano comunicare ai visitatori così come alle nuove generazioni. Evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Una mappatura quindi, una cartografia, dove insieme ai luoghi soliti sono indicati luoghi, storie, immagini significativi per la comunità locale. La mappa di comunità si costruisce infatti insieme alle persone, in incontri periodici in cui si chiede ai partecipanti di “segnare” punti e raccontare storie. Lo strumento che utilizzeremo è una lavagna interattiva multimediale, uno strumento ludico per chi lo utilizza ma estremamente funzionale per il ricercatore perchè permette di immagazzinare i dati in tempo reale e elaborarli successivamente con software di grafica e gestione di contenuti multimediali.

2) Laboratori 
- Laboratorio video
Rivolto a giovani tra i 14 e i 18 anni; condotto da Rossella Schillaci, autrice e regista di documentari, si è specializzata presso il Granada Centre for Visual Anthropology in regia del documentario antropologico – www.azulfilm.com - Risultato finale del laboratorio saranno video e interviste montate in uno o più brevi film girati con e da le persone coinvolte.

- Laboratorio teatrale di narrazione
Laboratorio teatrale condotto da Alberto Nicolino, attore e regista, già autore di numerosi lavori di ricerca e teatrali sulla memoria siciliana e sui racconti popolari – www.albertonicolino.it -. Il risultato finale sarà una performance in cui sarà messa in scena una sintesi del lavoro svolto.

- Laboratorio di fotografia
Condotto da Antonia Giusino, fotografa e conservatrice di fotografie storiche presso lo studio Folia di Palermo - www.foliarestauro.it – Il laboratorio lavorerà sulle immagini private che documentano la storia del territorio e sarà finalizzato alla raccolta di storie locali attraverso l'analisi dell'immagine fotografica. Ai partecipanti saranno inoltre fornite informazioni di base sulla conservazione delle foto antiche.

- Laboratorio di scrittura autobiografica
Condotto da Carola Susani, scrittrice, autrice de “L'infanzia è un terremoto” edito da Laterza nel 2008 dove racconta la sua esperienza di bambina nelle baraccopoli del Belice. La sua antologia di racconti “Pecore Vive” edita da Minimum Fax è stata finalista al Premio Strega nel 2007. Il risultato finale saranno racconti brevi di vita vissuta nella Valle del Belice.

3) Belice/Epicentro della memoria viva
E' uno spazio culturale e museale a Gibellina nato dalla raccolta di materiali condotta durante il progetto. Insieme ai materiali dell’archivio del Cresm che rappresentano la testimonianza della storia, dell’evoluzione del Belice, ci sono la mappa di comunità creata con la progettazione partecipata della gente del Belice, i materiali prodotti insieme alla popolazione locale durante i laboratori di animazione territoriale, video, racconti, disegni, fotografie che rappresentano la coscienza storica della gente del territorio.  Immaginate non un contenitore di memorie in esposizione ma un luogo aperto e vissuto dalla gente del luogo, un luogo in continua evoluzione che si arricchisce di nuovi contributi di chi “passa” dal Belìce (viaggiatori, artisti, architetti, studiosi ...) e di chi lo vive; ognuno potrà portare e condividere pezzi di storie personali che diventano memoria collettiva.


I luoghi che abbiamo immaginato diventeranno così un punto di riferimento per chi visita il belice, un punto di partenza per conoscere e comprendere il territorio, luoghi dove conoscere la storia ma anche il presente nelle sue evoluzioni, dove ottenere informazioni storiche e turistiche, dove essere accolti dalla gente che nel territorio vive e vuole raccontare. Luoghi dove sfogliare libri, vedere video, leggere e ascoltare storie, dove creare il proprio itinerario personalizzato di visita del territorio bevendo un caffè e assaggiando i dolci locali. L'intero territorio della Valle diventa così un museo a cielo aperto costellato di luoghi significativi che raccontano le storie della comunità. Durante lo svolgimento del progetto, protagonista la popolazione locale, si raccoglieranno elementi materiali, quali foto, oggetti, progetti ma anche memorie e progettualità, elementi del patrimonio immateriale. Tutto dovrà materializzarsi anche sul territorio in modo da segnare lo stesso, da renderlo riconoscibile e fruibile anche da chi non ha partecipato al lavoro, da chi qui non vive, dal viaggiatore/cittadino temporaneo.