Clac

R.E.A.C.T.
Italia | 2018-2019-2020

PROGETTO NAZIONALE PER CONTRASTARE POVERTÀ EDUCATIVA E DISPERSIONE SCOLASTICA NELLE PERIFERIE: 3200 BAMBINI, 1700 FAMIGLIE E 690 INSEGNANTI COINVOLTI.

Un progetto per contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili: questo il programma di REACT – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

REACT è attivo dal settembre 2018 in Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, regioni nelle quali sono stati individuati 10 quartieri periferici caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico. Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti e si sviluppa attraverso un modello innovativo che mira da un lato a rafforzare gli adolescenti, specie i gruppi più vulnerabili, migliorandone le competenze nel passaggio critico tra I e II grado della scuola secondaria; dall’altro a potenziare i soggetti (formali: insegnanti, operatori sociali e informali: famiglie, volontari, cittadini, operatori territoriali) che rappresentano, a vario titolo, la comunità educante.

I partner che fanno parte di REACT sono scuole e enti del terzo settore: Associazione Arcoiris, Fondazione Domus de Luna, Fondazione Somaschi, Associazione Per Esempio, Associazione culturale Clac, Associazione Patatrac, Cemea del Mezzogiorno, Cooperativa Via Libera, Cooperativa Diapason, Associazione Bergamo Scienza, Cooperativa Terremondo e Associazione Asai.

Nei Centri educativi, che integrano il lavoro educativo realizzato dalle scuole, gli adolescenti e le loro famiglie possono trovare uno spazio adatto a loro e che offre diverse opportunità: formazione di competenze personali attraverso attività laboratoriali innovative e percorsi di orientamento, supporto allo studio, percorsi di supporto a genitori e famiglie vulnerabili attraverso counseling e formazione su competenze genitoriali. I centri, inoltre, permettono ai ragazzi anche di sviluppare attitudini o vocazioni che la scuola spesso non riesce a trovare o risvegliare.